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Pubblicare foto di minori sui social: un gesto innocente, ma a che prezzo?

Pubblicare una foto di nostro figlio sorridente al parco o con la sua squadra del cuore sembra un gesto naturale, un modo per condividere momenti felici con amici e parenti. Ma siamo davvero consapevoli delle conseguenze di questa semplice azione?

Viviamo in un’era in cui tutto è connesso, in cui un’immagine può fare il giro del mondo in pochi secondi. Proteggere la privacy e la sicurezza dei bambini dovrebbe essere una priorità per ogni genitore, perché ciò che oggi appare innocuo potrebbe trasformarsi in un problema serio domani.


I rischi nascosti dietro una foto online

OSINT e il mercato dei dati nel dark web

L’Open Source Intelligence (OSINT) è un insieme di tecniche che permettono di raccogliere informazioni da fonti pubbliche. I criminali informatici utilizzano queste tecniche per ottenere dettagli personali dalle immagini pubblicate sui social. Nome, scuola, luoghi frequentati: tutto diventa un pezzo di un puzzle che, una volta completato, può essere sfruttato per scopi illeciti.

Queste informazioni vengono spesso vendute nel dark web, dove i dati personali hanno un mercato fiorente. Peggio ancora, le immagini di minori sono tra le più ricercate per attività criminali come il furto d’identità e la pedopornografia. Spesso non ci rendiamo conto che, con un semplice clic, possiamo inconsapevolmente alimentare questi circuiti.


Geolocalizzazione e identificazione: una minaccia invisibile

Anche senza tag espliciti, una foto può rivelare più di quanto pensiamo. La divisa di ginnastica, la targa di un’auto parcheggiata sullo sfondo, il cartello di un parco giochi: dettagli apparentemente insignificanti possono fornire indizi precisi sulla posizione di un bambino.

Inoltre, molte piattaforme social incorporano dati di geolocalizzazione nelle immagini, rendendo ancora più facile per malintenzionati risalire a un luogo specifico. Anche con le migliori impostazioni di privacy, una foto può diffondersi oltre il nostro controllo.


L’effetto boomerang della condivisione

Pensiamo di controllare chi vede le nostre foto grazie alle impostazioni di privacy, ma la realtà è più complessa. Basta che un amico metta “mi piace” o commenti una foto per amplificarne la visibilità, esponendola a persone che non conosciamo.


Il futuro digitale dei nostri figli: un’eredità da proteggere

Quello che pubblichiamo oggi potrebbe riemergere tra anni in contesti imprevedibili. Foto innocenti potrebbero diventare motivo di imbarazzo o addirittura danneggiare opportunità lavorative e personali. Il cosiddetto “sharenting” (la condivisione eccessiva di informazioni sui figli da parte dei genitori) è un fenomeno sempre più diffuso, che potrebbe avere conseguenze anche legali in futuro.


Nuove minacce: l’era delle immagini manipolate

Le tecnologie avanzano rapidamente, e con esse anche i rischi. Strumenti come DeepNude e deepfake permettono di manipolare immagini per creare contenuti compromettenti, senza il consenso della persona ritratta. Anche una foto innocente può essere modificata e utilizzata in modo dannoso.

Oggi esistono servizi online e bot su applicazioni di messaggistica che permettono di ottenere in pochi secondi una versione manipolata di una foto, rimuovendo i vestiti grazie all’intelligenza artificiale. Questi strumenti, sempre più diffusi, pongono gravi rischi per la privacy e la sicurezza, soprattutto dei minori.

Il rischio non è solo teorico: casi di questo genere si stanno moltiplicando, dimostrando che nessuna immagine è davvero al sicuro una volta caricata online.


Conclusione: proteggere i bambini è una nostra responsabilità

Essere genitori oggi significa anche proteggere i nostri figli nell’ambiente digitale. Questo non significa rinunciare a condividere ricordi, ma farlo con maggiore consapevolezza. Ecco alcune semplici regole per pubblicare foto in sicurezza:

  • Evitare dettagli identificabili, come uniformi scolastiche, targhe, luoghi di frequente visita.
  • Disattivare la geolocalizzazione delle immagini prima di pubblicarle.
  • Limitare la condivisione a gruppi chiusi di persone fidate.
  • Chiedere il consenso ai bambini più grandi prima di postare immagini che li riguardano.
  • Riflettere sulle conseguenze future prima di pubblicare qualsiasi contenuto.

Internet non dimentica, e ciò che oggi ci sembra un semplice ricordo può avere conseguenze inattese domani. La prudenza è la nostra arma migliore per garantire un ambiente sicuro e sereno per i nostri figli, online e nella vita reale.

Vi posto un vecchio video di Matteo Flora: Come rapire Martina, 5 anni, ai giardinetti…

Mi raccomando, come sempre state attentionline.it

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